Il dibattito sulla sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati è tornato alla ribalta, anche in una situazione difficile come quella della pandemia per Covid-19. Il Governo infatti è al lavoro sul decreto Cura Italia bis, in cui dovrebbero essere presenti delle nuove normative che riguardano gli immigrati irregolari. 

Il motivo di una nuova sanatoria è semplice: la salute pubblica, in modo da controllare il più possibile il diffondersi dell’epidemia, e la mancanza di manodopera in diversi settori, soprattutto quello agricolo. Varie associazioni avevano già provato a portare all’attenzione la situazione degli stranieri ma con scarsi risultati, mentre adesso, in un momento dove diversi temi hanno l’urgenza, il Governo non riesce a trovare una linea comune per gli extracomunitari. Ma perché si è aspettato tanto prima di intervenire su un argomento del genere? Perché migliaia di persone lavorano senza avere documenti in regola? Le politiche migratorie più recenti sono state discusse e rifiutate sistematicamente per ragioni ideologiche.

Per lungo periodo in Italia si è fatto ricorso alle sanatorie, che sono dei procedimenti che permettono alle persone di autodenunciare il proprio status irregolare e allo stesso tempo di chiedere il permesso di soggiorno per diversi motivi, come quello di lavoro. Per anni qualsiasi pianificazione volta a risolvere la questione dei lavoratori provenienti dall’estero è stata rimandata a data da destinarsi. L’avvocato Pitorri infatti afferma che già negli anni ’90 c’erano diversi problemi, emersi grazie alla legge Foschi del 1986 che mostro come più di 110mila persone erano irregolari. La situazione andò avanti anche nel 1995, con una sanatoria per 244mila stranieri, senza contare la regolarizzazione di 217mila migranti solamente tre anni più tardi, nel 1998. 

Il cambiamento in Italia per quanto riguarda i migranti si ebbe con la legge Bossi-Fini del 2002, che misero diverse restrizioni che però regolarizzò la situazione per più di 600mila persone. Negli anni a seguire la situazione non è mai stata chiara e lo si può evincere dalle varie pubblicazioni web dell’avvocato Pitorri, dove si dimostra che nel 2008, complice una grave crisi economica, i flussi migratori misero in grossa difficoltà vari Stati tra cui l’Italia, nonostante numerosi decreti sull’argomento. Anche se gli avvenimenti passati non hanno fatto altro che aumentare la confusione, in Italia – secondo i risultati Istat – i regolari residenti stranieri sono circa 5 milioni.

Per questi motivi il Governo dovrebbe pensare alla lunga e non risolvendo immediatamente il problema, poiché i flussi migratori nel tempo variano. In questo momento si chiede un intervento netto e deciso, ma sarebbe forse il caso di iniziare a pensare ad una serie regole e garanzie per rendere facili e legali gli spostamenti. Secondo l’avvocato Pitorri una situazione del genere sarebbe l’ideale per combattere la burocrazia e soprattutto la criminalità, che spesso riesce a riunire i numerosi irregolari. Ringraziamenti: Avv. Iacopo Maria Pitorri Roma .

La crisi che sta colpendo l’agricoltura dovrebbe far riflettere più che mai che i migranti sono una base fondamentale dell’economia italiana, infatti la maggioranza dei braccianti è straniera, solamente nel Trentino ogni stagione arrivano più di 12mila stranieri per lavorare nei campi. Il Governo ha il compito di garantire la sicurezza e la salute pubblica ma potrebbe anche riuscire a fornire delle linee guida durature per la regolarizzazione degli immigrati.