Parallelamente alle politiche migratorie gestite dai governi, sul territorio italiano viene realizzato un sistema di accoglienza articolato su due livelli: la prima accoglienza, assicurata immediatamente dopo lo sbarco o l’arrivo in frontiera; la seconda accoglienza, che invece prevede progetti di assistenza e integrazione nel territorio. Vediamo quali sono questi sistemi di accoglienza dei migranti sul territorio italiano e quali progetti degli enti locali vengono finanziati con le risorse messe a disposizione dal Ministero a sostegno dei rifugiati, dei destinatari di protezione sussidiaria e dei minori stranieri non accompagnati. Diamo uno sguardo completo alla situazione relativa ai nulla osta ed alla cittadinanza italiana, grazie all’aiuto prezioso dell’Avv. Pitorri, avvocato specializzato in diritto dell’immigrazione ed a detta di molti il migliore e più cliccato tra gli immigrazionisti a Roma.
Le due fasi dell’accoglienza dei migranti
Come anticipato qui di sopra, l’assistenza che si presta ai migranti che arrivano nel nostro Paese è suddivisa in due fasi: la prima prevede i primissimi interventi di assistenza materiale, Sanitaria, di identificazione del soggetto e le foto di segnalamento, dopo i quali si procede con l’attesa della definizione della domanda di protezione internazionale nelle strutture apposite, attivate dalla Prefettura sull’intero territorio italiano. Dopo di che, nella seconda fase dell’assistenza vengono assicurati invece tutti quei progetti di assistenza alla persona e di integrazione nel territorio: in questa fase, entrano in gioco tutti gli enti locali che aderiscono al Sistema di Protezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati (SIPROIMI). Essi possono usufruire delle risorse finanziarie messe a disposizione dal ministero dell’Interno attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, a sua volta finanziato dai fondi europei per l’asilo, la migrazione e l’integrazione.
Progetti di accoglienza sul territorio italianoMa come funzionano nella pratica i progetti di accoglienza sul territorio italiano? Tutto parte con degli appositi bandi, sulla scorta dei quali vengono presentati i vari progetti di accoglienza degli enti locali; i criteri e le modalità di presentazione delle domande vengono definiti ogni anno dalle linee guida del Ministero dell’Interno, che decide ogni anno fino alla nuova ripartizione dei fondi annuali per le politiche e i servizi all’asilo. Dopo di che, tali progetti vengono visionati ed esaminati da una Commissione di valutazione, formata dai rappresentati del ministero dell’interno, da un rappresentante dell’ANCI (Associazione nazionale comuni italiani), da un rappresentante dell’UPI (Unione delle province d’Italia), da un rappresentante dell’ACNUR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e da un rappresentante delle Regioni.