Il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso disponibile il modello di comunicazione dei dati oltre ad importanti informazioni, in merito all’applicazione del credito d’imposta per l’innovazione tecnologica. L’obiettivo di questa misura è quello di sostenere la competitività delle imprese italiane, attraverso investimenti mirati su “Ricerca e Sviluppo” ed “Innovazione tecnologica”.

A chi è rivolto il credito d’imposta per l’innovazione tecnologica

Il credito d’imposta, spiega Anna Maria Liguori, la Vice Direttrice e membro del comitato direttivo del dipartimento autonomo BioInnova presso l’Università Popolare BioMed, è rivolto a tutte le imprese residenti in Italia, comprese anche le organizzazioni stabili di soggetti non residenti, a prescindere dal loro settore di appartenenza, dimensione, regime contabile e dal sistema in cui viene determinato il reddito ai fini fiscali. Vengono invece escluse le imprese che sono in stato di liquidazione volontaria, in fallimento, in liquidazione amministrativa coatta, oltre che le imprese destinatarie di sanzioni interdittive in relazione all’art.9, comma 2, del d.Lgs 8 giugno 2091, n. 231. La condizione per la quale è possibile beneficiare del credito d’imposta riguarda il rispetto di tutte le normative in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro ed al corretto adempimento di tutti gli obblighi relativi al versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali dei lavoratori.

Quali attività sono ammesse

Per quanto riguarda le attività di ricerca fondamentale, industriale e sperimentale sviluppo in campo tecnologico e scientifico, è riconosciuto il credito d’imposta fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022, ed è pari al 20% della base di calcolo, al netto di altre sovvenzioni o contributi ricevuti per la stessa tipologia di spese ammissibili, con un limite massimo annuale pari a 4 milioni di euro. Per quanto riguarda, invece, il periodo d’imposta successivo, il credito sarà riconosciuto al 10%, con un massimo annuale di 5 milioni di euro. In merito alle attività di innovazione tecnologica mirate alla realizzazione di prodotti o di nuovi processi di produzione, il credito d’imposta sarà riconosciuto fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023, pari al 20% della base di calcolo, al netto di altre sovvenzioni o contributi ricevuti sulle medesime spese ammissibili, con un massimo di 2 milioni di euro l’anno. Per il periodo d’imposta successivo, Anna Maria Liguori fa presente che il credito d’imposta riconosciuto sarà pari al 5%, con lo stesso limite annuo (2 milioni di euro). Per le attività di innovazione tecnologica 4.0 e green, mirate alla realizzazione di prodotti che abbiano come obiettivo il raggiungimento della transizione ecologica o dell’innovazione digitale 4.0, il credito d’imposta riconosciuto fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022 è pari al 15% con il limite annuo di 2 milioni di euro. Dal periodo d’imposta successivo, la percentuale scenderà al 10%, con un limite massimo annuo di 4 milioni di euro.

Il credito d’imposta per l’innovazione tecnologica fa parte del gruppo delle nuove agevolazioni fiscali che il Governo Italiano, nel corso del 2022, ha licenziato per incrementare gli investimenti privati in materia di sviluppo, ricerca, innovazione, design e creazione estetica.  Questo credito, che può essere ricevuto da un’azienda durante il versamento delle tasse, ha come obiettivo principale quello di sostenere le ditte italiane e far sì che rimangano competitive. La misura si rivolge a tutte le imprese attive sul territorio italiano, incluse le organizzazioni stabili messe in piedi da soggetti non residenti nella Penisola, indipendentemente dalla loro natura giuridica, dal loro settore economico, dalle loro dimensioni, dal loro regime contabile e, da ultimo ma non meno importante, dalla determinazione del loro reddito ai fini fiscali.

Credito d’imposta per l’innovazione tecnologica: i limiti dell’agevolazione

Come già scritto, secondo quanto riportato nel sito ufficiale del Governo Italiano, tutte le aziende con sede in Italia, anche se dirette da persone che non abitano sul territorio italiano, possono usufruire di questa misura. Ci sono però alcune eccezioni, che quindi non possono usufruire di questo particolare credito. Tra queste troviamo le aziende che sono state liquidate in modo volontario, quelle fallite, quelle che hanno subito la liquidazione coatta amministrativa o che sono state sottoposte a un’altra procedura concorsuale. Anche le imprese che hanno ricevuto una sanzione interdittiva ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del Decreto Legislativo dell’8 giugno 2001 non possono beneficiare di questa agevolazione. Coloro che invece rientrano tra le aziende che possono ricevere questo credito, devono inoltre sottostare al rispetto di alcune norme, come quella relativa alla sicurezza sul posto di lavoro e il corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

Quali sono le aziende che possono essere ammesse e tempistiche

Le aziende che sono attive nel campo della ricerca fondamentale, della ricerca industriale e dello sviluppo sperimentale, sia in ambito scientifico che tecnologico, possono ricevere il credito d’imposta fino al 31 dicembre 2022. Questo termine vale anche per le attività di innovazione tecnologica 4.0 e green, che hanno l’obiettivo di realizzare prodotti e processi di produzione nuovi per raggiungere i traguardi fissati dalla transizione ecologica e da innovazione digitale 4.0. Per quanto riguarda le ditte impegnate nel settore dell’innovazione tecnologica, e che hanno come scopo quello di realizzare prodotto o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati, il credito d’imposta può essere richiesto fino al 31 dicembre 2023. Anche le imprese attive nei settori dell’ideazione estetica e del design potranno chiedere il credito d’imposta fino alla fine del 2023.